Mercoledì, 5 maggio, dalle 12.45 alle 13.30, nello studio di Filo_diretto de La1 – Rsi, si parlerà del Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta con tre ospiti, tra i quali l’autrice, che sarei io, Ma.Ma., Giulio Mozzi in videocollegamento, editor e curatore della collana ‘fremen’ di Laurana Editore, e Andrea Jacot-Descombes, antropologo. Per questa opportunità ringrazio Roberta Nicolò. (Se interessa, si può rivedere la trasmissione anche QUI).
Nel frattempo segnalo i nuovi articoli usciti negli scorsi giorni.
«Sembra difficile immaginare che in un paese così 'ordinato e tranquillo, dove si sta bene' come la Svizzera, ci fossero delle bande agguerrite sparse sia nelle aree metropolitane che nelle periferie. Leggere per credere: nel libro si racconta di capibranco, gregari, picchiatori liberi e gang». (Rossana Cacace, direttrice del Corriere dell'italianità)
Il primo è comparso sul Corriere dell’italianità; il secondo sul Corriere del Ticino; il terzo è un’intervista su Pangea; e infine, oggi è comparso un articolo sull’Illustrazione ticinese.
«Il libro, scritto in forma di trattato, è divertente e aneddotico e si legge col sorriso sulle labbra (...) A una distanza di trent'anni e i relativi costi fisici subiti dalle vittime, il tutto assume le sembianze di un gioco, magari pericoloso. Fu vera gloria? Probabilmente no, anche se la vita un po' fracassona della nostra giovinezza ci appare sempre più piacevole di quella che fu nella realtà. In ogni caso, eravamo vivi e vegeti, perbacco!». (Sergio Roic, Corriere del Ticino)
Come dicevo, uscito il 25 marzo, il Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta si è inserito inaspettatamente all’interno di un filone della cronaca che lo ha portato alla ribalta, in quanto tema d’attualità. E lo conferma anche Natascha Fioretti sull’Illustrazione Ticinese dicendo che: «In un certo senso il trattato di Manuela Mazzi non poteva trovare momento più opportuno di questa pandemia per uscire».
«Ogni tanto mi capita di essere d’accordo con Giulio Mozzi. Per esempio, quando descrive la scrittrice Manuela Mazzi come una persona “empatica, altruista e dotata di un’intelligenza straordinariamente prensile”. O quando dice che il suo strano oggetto – non so come chiamarlo e tra poco vi spiegherò perché – merita di essere accostato a certe Vite di Giuseppe Pontiggia o Ermanno Cavazzoni e ha un titolo, Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta che è “settecentescamente spropositato”.» (Francesco Consiglio per Pangea)
Prima di questi, sono apparsi: il servizio su il Quotidiano, l’articolo nell’Azione e il notiziario della Rsi-Radio, quindi due pagine d’approfondimento ne La Regione, un’intervista su 20minuti e Tio, e sono andate in onda due trasmissioni radiofoniche sempre per la Rsi: Diderot – Le voci dell’attualità e UnoOggi (prima parte della mattinata, e a seguire, nella seconda parte) .
E io continuo a ringraziare per tanta attenzione.
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