I sensi della scrittura

Dalla fine di giugno terrò un laboratorio estivo di scrittura narrativa per giovani aspiranti scrittori.


(Cliccare per scaricare IL VOLANTINO)


La Photo Ma.Ma. Edition di Minusio torna a proporre un laboratorio di scrittura creativa, questa volta dedicandolo ai più giovani (dai 13/14 ai 18 anni). I sensi della scrittura si svolgerà nell’arco di 8 incontri per un totale di 16 ore di lezioni, e prevede una minima parte teorica, e ampio spazio riservato alla pratica laboratoriale, con osservazioni all’aperto, scrittura, confronti, e letture dei testi prodotti durante le esercitazioni, allo scopo di migliorare l’attenzione e lo sguardo sul mondo circostante, così da poterlo tradurre in parole, in un continuo dialogo tra i partecipanti e la docente.

Manuela Mazzi (foto BP)

In sintesi
Duratadal 28 giugno al 16 agosto 2023
Frequenza: 8 incontri di 2 h.
Ore complessive: 16
Modalità: in presenza
DocenteManuela Mazzi
Numero minimo/massimo di partecipanti: 4/10
Quota d’iscrizione (senza sconti): 320.- franchi complessivi
Accesso: libero, senza selezione

In che modo le immaginazioni agiscono sulla realtà?

«Le strade oscure» di Andrea Fazioli

In un’epoca in cui la maggior parte degli autori cerca di attirare attenzione con effetti speciali, sfoghi retorici, spruzzi pirotecnici, colpi di scena generati da accettate insanguinate, trame cosiddette perturbanti, drammi estremizzati, dove l’orrido sostituisce la tragica semplicità, un libro come quello di Andrea Fazioli, Le strade oscure (Guanda, 2022), si distingue come un coltello tra le armi da fuoco, riportando la banale quotidianità in pagina per mostrarne i lati in ombra.

Quotidianità peraltro famigliare a una lettrice come me, non tanto in quanto lettrice ma in quanto ticinese, dato che degli ambienti descritti sono parte abitante.

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Picchiatori a nudo su La1

Mercoledì, 5 maggio, dalle 12.45 alle 13.30, nello studio di Filo_diretto de La1 – Rsi, si parlerà del Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta con tre ospiti, tra i quali l’autrice, che sarei io, Ma.Ma., Giulio Mozzi in videocollegamento, editor e curatore della collana ‘fremen’ di Laurana Editore, e Andrea Jacot-Descombes, antropologo. Per questa opportunità ringrazio Roberta Nicolò. (Se interessa, si può rivedere la trasmissione anche QUI).


Nel frattempo segnalo i nuovi articoli usciti negli scorsi giorni.

«Sembra difficile immaginare che in un paese così 
'ordinato e tranquillo, dove si sta bene' come la Svizzera, 
ci fossero delle bande agguerrite sparse sia nelle aree metropolitane 
che nelle periferie. Leggere per credere: 
nel libro si racconta di capibranco, gregari, picchiatori liberi e gang».
                                                                             
                                                            (Rossana Cacace, direttrice del Corriere dell'italianità)

Il primo è comparso sul Corriere dell’italianità; il secondo sul Corriere del Ticino; il terzo è un’intervista su Pangea; e infine, oggi è comparso un articolo sull’Illustrazione ticinese.

«Il libro, scritto in forma di trattato, è divertente e aneddotico 
e si legge col sorriso sulle labbra (...) A una distanza di trent'anni 
e i relativi costi fisici subiti dalle vittime, il tutto assume 
le sembianze di un gioco, magari pericoloso. Fu vera gloria? 
Probabilmente no, anche se la vita un po' fracassona 
della nostra giovinezza ci appare sempre più piacevole di quella 
che fu nella realtà. In ogni caso, eravamo vivi e vegeti, perbacco!». 

                                                                                                   (Sergio Roic, Corriere del Ticino)

Come dicevo, uscito il 25 marzo, il Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta si è inserito inaspettatamente all’interno di un filone della cronaca che lo ha portato alla ribalta, in quanto tema d’attualità. E lo conferma anche Natascha Fioretti sull’Illustrazione Ticinese dicendo che: «In un certo senso il trattato di Manuela Mazzi non poteva trovare momento più opportuno di questa pandemia per uscire».

 «Ogni tanto mi capita di essere d’accordo con Giulio Mozzi. 
Per esempio, quando descrive la scrittrice 
Manuela Mazzi come una persona “empatica, altruista 
e dotata di un’intelligenza straordinariamente prensile”. 
O quando dice che il suo strano oggetto – non so come chiamarlo 
e tra poco vi spiegherò perché – merita di essere accostato 
a certe Vite di Giuseppe Pontiggia o Ermanno Cavazzoni 
e ha un titolo, Breve trattato sui picchiatori 
nella Svizzera italiana degli anni Ottanta che è “settecentescamente spropositato”.» 
                                                                                                                     
                                                                                  (Francesco Consiglio per Pangea)

Prima di questi, sono apparsi: il servizio su il Quotidiano, l’articolo nell’Azione e il notiziario della Rsi-Radio, quindi due pagine d’approfondimento ne La Regione, un’intervista su 20minuti e Tio, e sono andate in onda due trasmissioni radiofoniche sempre per la Rsi: Diderot – Le voci dell’attualità e UnoOggi (prima parte della mattinata, e a seguire, nella seconda parte) .

E io continuo a ringraziare per tanta attenzione.


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Cronaca di cazzotti

«Un po’ racconto di personaggi mitologici, un po’ reportage giornalistico, 
il libro è un simil-trattato di quegli anni in quei posti, 
soprattutto là su quella Piana che separa Locarno da Bellinzona. 
Un prodotto atipico per il panorama letterario (e non solo ticinese) 
del quale abbiamo voluto parlare proprio con l’autrice.»
                                                                                                                             (Filippo Zanoli)

Uscito il 25 marzo, il Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta si è inserito inaspettatamente all’interno di un filone della cronaca che lo ha portato alla ribalta, in quanto tema d’attualità.

«Il Breve trattato evoca anche un’epoca 
della nostra storia attraversata da conflitti politici e sociali, 
tensioni – e transizioni – identitarie, discriminazioni 
e disuguaglianze sociali. Inevitabili i confronti con l’attualità»
                                                                                                   (Sarah Tognola ed Elisa Manca)

Dopo il Quotidiano, l’articolo su Azione e il notiziario della Rsi-Radio, sono apparse due pagine d’approfondimento su La Regione, un’intervista su 20minuti e Tio, e sono andate in onda due trasmissioni radiofoniche sempre sulla Rsi (vedi qui di seguito).

E io ringrazio per tanta attenzione.

 «Ah, se soltanto i dentisti potessero parlare.  
Forse solo loro potrebbero raccontare meglio
delle statistiche l’epopea dei picchiatori del Canton Ticino.» 
                                                                                                                     (Beppe Donadio)
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