Va in ristampa il «Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta». Il libro, che tratta un tema su cui i media, quest’anno, si sono dovuti chinare a più riprese, non esalta la violenza, ma mostra semmai il fianco, le debolezze, le ragioni, lo spirito, di una generazione andata, che si è fatta strada, sì, con i pugni, ma contraria allo spirito del branco. Una realtà del passato che continuerà anche in futuro a coinvolgere tutti, la realtà dell’adolescenza, con i suoi limiti, le sue paure, le sue ribellioni… e il desiderio di crescere confrontandosi semmai alla pari.
Oltre alla ristampa necessaria a causa dell’esaurimento delle scorte, l’editore Laurana di Milano, ha pubblicato anche la versione eBook-ePub che ha un prezzo ridotto e rende accessibile il testo agli ipovedenti.
Il 20 agosto 2021, dalle 18:00, nel piazzale adiacente alla Biblioteca cantonale di Lugano; modera Stefano Vassere
Il mondo della scrittura crea buone occasioni per stimolare la lettura ma anche per incontrarci.
Dario Galimberti lo conobbi per caso: era lui l’uomo di schiena in una fotografia innevata che diventò poi la copertina di un mio giallo (il primo contatto avvenne nel mese di marzo del 2014). Non sapevo che anche lui si stava incamminando lungo questa folle avventura che è la scrittura narrativa. Non solo: presto sarebbe diventato a sua volta un seguitissimo giallista; giallo è anche il suo ultimo lavoro che si intitola La ruggine del tempo. Lui è di Lugano, e dopo i primi scambi virtuali ci conoscemmo anche di persona, incontrandoci un po’ qua e un po’ là: la stima reciproca ci ha sempre fatto fare delle belle chiacchierate letterarie. È di Ginevra, invece, Sabrina Caregnato che mi ritrovai in aula nel 2018, al corso La cura di un racconto, il primo che tenne a Locarno Giulio Mozzi. Aveva già scritto il suo romanzo Il diavolo a rovescio, e fu un altro incontro importante: da allora l’amicizia che ci lega si è rinsaldata sempre più. È sua l’intuizione circa il contenuto storico che accomuna i nostri lavori, se non tanto per “definizione”, per approccio di lavoro. In questo senso alludo al mio ultimo libro: Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta.
«Si dice spesso che la realtà superi la finzione, questo è un caso in cui la finzione si è imposta sulla realtà. E questo, devo dire, è segno di una certa qualità dell’opera. Perché tanto più un’opera narrativa persuade e convince, tanto più ha una sua forza e un suo valore». (Giulio Mozzi)
Dire che si tratti proprio di una video-presentazione, forse è fuorviante. È più che altro una chiacchierata tra me e l’editor della collana ‘fremen’, Giulio Mozzi. Collana per la quale è uscito a marzo il mio ultimo libro che si intitola “Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta”. E proprio di questo abbiamo chiacchierato.
Il video-incontro ha avuto luogo martedì, 8 giugno, in diretta, su facebook, grazie alla pagina «Scrittori a domicilio» che ci ha ospitati.
Non è tuttavia necessario avere un profilo facebookiano, per poterci rivedere in differita, perché è stata caricata anche su YouTube.
Questi i due link di riferimento per guardare e ascoltare la videochiacchierata: