Quattro prospettive sul viaggio narrato

Letteratura in movimento – Quattro prospettive sul viaggio narrato è il titolo del bel volumetto pubblicato nell’ambito del progetto TicinoLettura con il contributo dell’Aiuto federale per la lingua e la cultura italiana (Divisione della cultura e degli studi universitari Biblioteche cantonali, 2022). 

Si tratta della raccolta degli interventi, con qualche ampliamento, che hanno avuto luogo durante l’omonimo micro-festival letterario, che nel 2022 è stato inserito nell’ampia offerta dell’ormai più che collaudato tour estivo di presentazioni a «Chilometro zero», organizzato annualmente dalle Biblioteche cantonali. Un micro-festival, è bene ricordarlo, progettato anche per dare voce ai romanzieri della Svizzera di lingua italiana. I quattro incontri hanno avuto luogo dal 3 al 30 agosto 2022, ciascuno in una delle sedi delle Biblioteche cantonali: Mendrisio, Lugano, Locarno, e Bellinzona. Le quattro prospettive sono (seguendo l’indice): «Viaggiare per necessità», «Il viaggio di fantasia», «Il viaggio nell’Antropocene», «L’arte e il viaggiare». 

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Il Romanzo Storico a «Chilometro zero»

Il 20 agosto 2021, dalle 18:00, nel piazzale adiacente alla Biblioteca cantonale di Lugano; modera Stefano Vassere

Il mondo della scrittura crea buone occasioni per stimolare la lettura ma anche per incontrarci.

Dario Galimberti lo conobbi per caso: era lui l’uomo di schiena in una fotografia innevata che diventò poi la copertina di un mio giallo (il primo contatto avvenne nel mese di marzo del 2014). Non sapevo che anche lui si stava incamminando lungo questa folle avventura che è la scrittura narrativa. Non solo: presto sarebbe diventato a sua volta un seguitissimo giallista; giallo è anche il suo ultimo lavoro che si intitola La ruggine del tempo. Lui è di Lugano, e dopo i primi scambi virtuali ci conoscemmo anche di persona, incontrandoci un po’ qua e un po’ là: la stima reciproca ci ha sempre fatto fare delle belle chiacchierate letterarie.
È di Ginevra, invece, Sabrina Caregnato che mi ritrovai in aula nel 2018, al corso La cura di un racconto, il primo che tenne a Locarno Giulio Mozzi. Aveva già scritto il suo romanzo Il diavolo a rovescio, e fu un altro incontro importante: da allora l’amicizia che ci lega si è rinsaldata sempre più.
È sua l’intuizione circa il contenuto storico che accomuna i nostri lavori, se non tanto per “definizione”, per approccio di lavoro. In questo senso alludo al mio ultimo libro: Breve trattato sui picchiatori nella Svizzera italiana degli anni Ottanta.

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