«Dall’archivio» di Giulio Mozzi

È un libro del 2013. Contiene poesie. Su morte e resurrezione. L’editore è Nino Aragno e il titolo: “Dall’archivio”. Autore: Giulio Mozzi, non il narratore, ma il poeta (lui dice di non esserlo, ma tant’è, i miei occhi ignoranti lo riconoscono, anche, come tale).
La sensazione che mi resta è quella di un libro monotematico: l’ultimo minuto di tutti e una sola preghiera (=speranza). È un libro di caduti, di spezzati, di finiti, che cercano di risalire la scala, ma mica tutti ci riescono, e in ogni caso non c’è certezza. E poi per andare dove esattamente?
Quello che ho pensato è che se non fosse scritto come è stato scritto, se fosse stato meno allusivo e più violento o sanguinoso, sebbene di corpo ce ne sia molto, forse non avrei retto la lettura. E invece no. È “bello” sentire le parole come girano, mi lasciano qualcosa di buono. Come un accoglimento dell’inevitabile.
Un: andrà come andrà, stiamo a vedere, pieno di rassegnazione, ma che contiene un po’ di luce.