«L’amore molesto» di Elena Ferrante

Cercherò di non lasciarmi influenzare troppo dal mio gusto personale. Ho finito di leggere “L’amore molesto” di Elena Ferrante. Un libro scritto da qualcuno che sa controllare bene la scrittura. Donnesco, come romanzo (imparando da un’espressione di Trevisan). Forse non per una questione di tema, questa volta, ma di tono. E volto pagina.
LA TRAMA
Alla protagonista muore la madre che viene ritrovata annegata in mare, circostanza che fa subito pensare al suicidio. La figlia vuole però vederci chiaro. Parte dunque per un viaggio a ritroso, verso casa, verso i ricordi che man mano riemergono. E in quel tornare a galla, come il corpo della madre che riaffiora dopo l’annegamento, mostrano indizi di un disagio dilagante, di un padre violento, di forme di protezioni sbagliate, di temi ricorrenti in tutte le famiglie, più o meno, di gelosie e di richieste di attenzioni, di incontri e rincorse, di sensi di colpa e desideri. Come va a finire non lo dico, anche se per l’intero libro si intuisce non tanto il come ma il cosa è capitato davvero.