Il sentimento nelle cose

«L’ombra abitata» di Alberto Ongaro

Ho letto «L’ombra abitata» di Alberto Ongaro (versione e-Book di 497 pagine).
Devo dirlo. Stavo per scrivere un commento non del tutto positivo. Certo, la penna scorre fluidamente. L’immaginario è ricco anche se inizialmente è un po’ ricoperto da un romanticismo postmoderno che mette in risalto il lato sentimentale delle cose, ma in modo direi comunque del tutto sobrio: tra queste cose, la fotografia messa in mostra in un’esposizione, nella quale il protagonista è convinto di aver intravisto una sua ex, parte di una giovinezza mai dimenticata e vissuta in quella Parigi del primo dopoguerra; ma anche le vie, i negozi, il barbiere, l’albergo, la custodia di uno strumento musicale, gli interni di una camera, una singolare scultura di gesso che diventa la tangibilità del ricordo che il protagonista aveva di sé…
Ben riuscita è di certo la lady metropolitana che usa e getta gli uomini, ma che pare sempre nascondere una verità. Eppure per tutta la prima parte, va detto, il ritmo è assonnato, o così l’ho percepito io: quasi come se per viaggiare nei ricordi occorra rallentare di molto il passo.

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