«Se questo è un uomo» di Primo Levi

Settimana scorsa ho finito di leggere «Se questo è un uomo» di Primo Levi. Ho letto un capitolo a settimana per un paio di mesi. A voce alta. Lasciando poi il tempo alle immagini di sedimentare e a me di vederle un po’ meglio, di sentirle. Alla fine di qualche capitolo ho preso degli appunti. Le prime immagini che mi sono rimaste fissate per diversi giorni nella mente sono arrivate subito dopo il primo capitolo: recandomi al lavoro in treno, ogni volta che salivo in carrozza mi apparivano in automatico i corpi di uomini, donne, bambini e anziani la cui sorte a un certo punto, all’epoca, fu affidata al caso, alla fortuna: chi scendeva da una parte era “salvo”, chi dall’altra era “bruciato”. Subito dopo venivo aggredita dal desiderio di un bombardamento come segno di giustizia su questi treni/campi… immaginazioni, insomma.
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