Tra i libri che ho amato di più…

«Il mondo vivente» di Giulio Mozzi

È tanto tanto tanto bello. Tra i libri che ho amato di più leggere. Ci ho ragionato molto su “Il mondo vivente” (GiallaOro – PordenoneLegge / LietoColle) di Giulio Mozzi, ci ho pensato come al libro di un autore sia come al libro di un amico (se posso permettermi di dire una cosa privata in pubblico). Libro che non contiene finzione. È memoria. È storia personale. Mi ha ricordato quello che pensai all’inizio con “Parole private dette in pubblico” ma da dentro casa, e non solo come “conversazioni sullo scrivere”. Mi sono chiesta perché “scoprirsi” tanto? E il perché era tutto lì nell’opera: c’è l’uomo ma anche lo scrittore e dunque è diritto di tutti, anche non sentire o sentire quello che gli andrà di sentire. Che ce n’è di roba da sentire.

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Spunti, riflessioni, monologhi e considerazioni di spessore

«Parole private dette in pubblico» di Giulio Mozzi

Mi rallegro di quante cose siano ancora in grado di sorprendermi. Sono mesi e mesi – e ne ho pure già parlato altre volte – che sento (e leggo) frasi sia di autori affermati sia di aspiranti scrittori volte a sostenere che si scriva solo per gli altri. Non che io scriva romanzi per me: non sono folle. Ma ho sempre pensato che dipendesse da quello che si scrive, per dire: un diario dovrebbe essere l’opposto di una scrittura “pubblica”. Ora, ammetto che sono una cocciuta: “imparo” o “accetto come insegnamento” solo quello che capisco.

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